Da inizio stagione, sulla panchina dell’Acf Alessandria, non solo Gabriele Tosi ma anche l’ex calciatore Oscar Valeri.

Chi è Oscar Valeri?
Ex calciatore, ruolo attaccante, che ha militato nel campionato nazionale di Serie C e nell’Interregionale di Serie D. La sua attività da calciatore è terminata nella stagione 1996/97 all’età di 30 anni e nella sua carriera ha vestito le maglie di Alessandria (C2), Juventus (Primavera), Savona (D), Sarzanese (C2), Valdagno (C2), Marzotto (D), Abbiategrasso e Valenzana (D); Esperienza in azzurro con gli Under.
Per lui 73 presenze in Serie C2 e 105 in Serie D collezionando 43 reti.

L’ufficio stampa ha fatto due chiacchiere con mister Valeri per analizzare insieme l’andamento della squadra e le sue impressioni sul suo primo anno nel calcio femminile.

Buonasera mister, conoscendo la sua grande esperienza sportiva, che cos’ha portato all’Acf Alessandria dal suo bagaglio?

Non sono una persona parla troppo di sé, molti mi conoscono perché ho giocato nell’Alessandria Calcio, passando anche dalla primavera della Juventus; Ho giocato anche alla Cairese, insieme ad un volto noto per l’Alessandria Femminile ovvero con Maurizio Ferrarese. Ho girato diverse squadre anche fuori dal Piemonte e purtroppo ho subito anche due infortuni che mi hanno messo i bastoni fra le ruote nel momento in cui ero in procinto di passare al Perugia in Serie C.
Da quel momento ho deciso di tornare a casa mia, a Valenza.

Dopo 3 anni torno in panchina e nel bagaglio che porto alla femminile tiro fuori i miei concetti e idee che sono molto simili a quelli di Lele (Gabriele Tosi). Il nostro chiodo fisso è l’ambizione senza presunzione, dimostrare le proprie capacità nel rispetto dell’avversario e di avere sempre una mentalità vincente.

Chiaro, essendo la tua prima esperienza nel femminile, che mondo hai trovato? in che modo ti sei inserito nel gruppo della prima squadra?

Ho trovato una società che vuole crescere e amplificare il mondo del calcio femminile, stanno lavorando tutti nella direzione anche se il lavoro è tanto.
Però con la stessa unità di intenti si può fare un grande lavoro.

Lele ha cercato di inserirmi da subito in un contesto che cerca sin da subito di conquistarti, le ragazze hanno voglia di lavorare, sono curiose di sapere come una persona lavora e sono sempre disponibili.
Grazie anche a questo ho subito detto di si al Mister e sono contento di poter dare una mano alla crescita di questa squadra.

Questo ci fa immensamente piacere, da settembre ad oggi è sempre più dualismo Tosi-Valenti, quanto è importante la figura del ”secondo” e quali le sue mansioni?

Io ho allenato sempre i settori giovanili, quindi non so bene quali sono le vere mansioni del secondo. Ma io ci tengo a dire che il ruolo del mister spetta a Gabriele, io lo aiuto e cerco di trovare insieme a lui la chiave giusta per ogni partita.
In questi mesi da ”Secondo” ho sempre cercato di dire le parole giuste alle ragazze, spronarle e mentre siamo in panchina di dialogare al meglio con i reparti per far sì da rimanere compatte e concentrate.
Durante gli allenamenti ovviamente seguo attentamente le attaccanti e cerco di aiutarle a crescere. 

Ci parli del suo rapporto con il mister e come l’ha convinta ad affrontare questa esperienza

Io e Lele siamo grandi amici, abbiamo lavorato insieme e quando lui allenava in giro mi ha sempre chiamato come allenatore. Una sera mi ha proposto di seguirlo in questa esperienza e ho subito detto di si. 

Abbiamo una visione del calcio propositivo, un po’ come l’Atalanta che è sempre alla ricerca del gol e del non accontentarsi mai.
Un calcio propositivo che anche le ragazze stanno mettendo in campo e soprattutto, come abbiamo visto, quando si va in difficoltà si cerca sempre di riprendere in mano la partita e di recuperare.
Sono contento di aver trovato un gruppo di ragazze che sposa a pieno il nostro modo di vedere le cose, grazie anche a questo siamo riuscite a fare ciò che abbiamo costruito fino a qui.

A proposito di questo, le Grigie si giocano il pass per la finale di Coppa Piemonte, quali consigli hai per le ragazze e quali saranno le parole principali per affrontare al meglio il ritorno?

Non possiamo rilassarci, Domenica è stato l’esempio dei momenti in cui abbiamo perso la concentrazione. Non come testa, ma proprio per la poca abitudine a giocare partite importanti come quella, che magari ci vedono favorite. Il ruolo di squadra da battere deve farci pensare che non dobbiamo rilassarci un secondo, perché può essere fatale.
La linea tra vincere e perdere è sottile, dobbiamo entrare in campo tenendo la linea sempre in favore.

Per il ritorno, giocheremo con lo spirito di sempre, ovvero, di cercare la vittoria. Perché se dovessimo affidarci all’idea dell’aver vinto l’andata commetteremmo un errore grave che potrebbe rivelarsi fatale!

Ultima domanda e poi la lascio andare. Un allenatore ex-calciatore come vive la panchina? ha dei vantaggi rispetto ad un altro che non ha mai giocato?

Sono due figure totalmente diverse, essere stato anche calciatore ti porta ad aver un’affinità mentale con i tuoi atleti.
Il sapere cosa passa nella mente di un tuo calciatore può aiutarti anche ad aiutare la squadra, diciamo che la differenza è psicologica ma alla fine dei conti sono due ruoli differenti che anche un non calciatore può fare e ottenere risultati, come ad esempio Sacchi o Zeman.

Aggiungo che le ragazze fino ad ora mi hanno dato tanto, a livello di entusiasmo e passione che non pensavo. Voglio dire loro che non immaginano nemmeno quanto potenziale hanno.
Insieme a Lele stiamo cercando di far uscire queste potenzialità perché questa squadra può fare veramente tanto e noi vogliamo far esprimere al meglio il loro calcio.

Grazie mister per il suo tempo.

 

Intervista a cura di Andrea Amato – Ufficio Stampa Acf Alessandria